Cenni Storici

In principio il paese di Bussi dovette essere un pago, distretto campagnolo nell'antico terrritorio di Roma che, con il passare del tempo divenne più grande e quindi villa. La denominazione di Bussi deriverebbe dalla presenza, nella zona dove sorsero i primi insediamenti, della pianta del Bosso (in latino Buxum) e fu prima Bucsi e poi Bussi.

Foto Castello Mediceo

Notizie certe si hanno a partire dal 1092, momento storico in cui alcuni stabili del castello di Bussi erano posseduti dal monastero di San Benedetto in Perillis. La storia di Bussi sul Tirino è legata indissolubilmente al fiume Tirino, fiume conosciuto come il più limpido d'Italia.

Nel periodo altomedievale fu proprio il fiume a favorire principalmente gli insediamenti umani e, in particolare, l'insediamento di un ordine monastico che vi costruì la chiesa benedettina di Santa Maria di Cartignano, ormai in rovina, il cui primo documento conosciuto riporta al 1021.

Santa Maria di Cartignano fu cella dell'abbazia di Montecassino, Grancia della chiesa di San Liberatore a Maiella e appartenne anche ai Celestini.

Nel 1265 scesero in Italia con Carlo D'Angiò conte di Provenza i Cantelmo, che furono ricompensati con il feudo di Popoli. nel 1377 Restaino Cantelmo comperò da Niccolò Alunno D'Alife il castello di Bussi con gli annessi diritti.

I Cantelmo regnarono a Bussi fino al 1579, anno in cui Ottavio Cantelmo, duca di Popoli, trovandosi in difficoltà economiche, vendette il castello di Bussi a Pietro Pietropaoli, barone di Navelli, per diecimila ducati, con regio assenso del 22 Dicembre delo stesso anno.

Venti anni dopo, lo stesso barone Pietropaoli cedette il castello di Bussi per ventiduemila ducati al gran duca di Toscana. Cosimo Dei Medici, principe di Capestrano, poneva tra i suoi titoli quello di signore della Baronia di Carapelle e della terra di Bussi.

Bussi viene a far parte del Regno delle Due Sicilie nel 1743 con Carlo III di Borbone dato che, Maria Luisa, figlia di Gian Gastone Dei Medici, non potendo succedere al padre sul trono d'Etruria, fu costretta a cedere Bussi come stato alloidale.

Nel 1806, caduto Ferdinando IV di Borbone figlio di Carlo III, viene eletto re di Napoli Giuseppe Bonaparte che decreta l'abolizione della feudalità ed ordina la divisione della propretà feudale in tre parti: al demanio comunale, agli ex feudatari e agli ex vassalli. Nel 1860, con la proclamazione del Regno d'Italia cessa la dominazione borbonica ed è sindaco di Bussi Francesco Di Giamberardino.

Con deliberazione comunale del 13/08/1880, fu deciso di aggiungere alla parola Bussi quella "sul Tirino" dal nome del fiume Tirino che interseca il territorio, per evitare lo scambio di corrispondenza con altri comuni omonimi.

Bussi cessò di appartenere alla provincia di L'Aquila quando con RDL n. 1 del 2 gennaio 1927, venne costituita la nuova Provincia di Pescara.